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GUIDA FISCALE PER ASPIRANTI INFLUENCER

Il web ha contribuito alla nascita di numerose nuove professioni che sfruttano a proprio vantaggio la fitta rete di connessioni che è ormai alla portata di tutti.

L’influencer è una figura lavorativa a tutti gli effetti e come tale deve seguire le regole per la determinazione del reddito e delle imposte da versare. Si tratta di una professione innovativa, che si discosta dal classico “testimonial” e allo stesso tempo diverge rispetto ad un semplice utilizzatore assiduo dei social network.

Parliamo, piuttosto, di un utente social che riesce a rendere remunerativa la propria influenza sulla community di followers, fidelizzando la propria fan base e sfruttando al meglio il web marketing. Infatti, le opportunità di guadagno si realizzano principalmente grazie alla collaborazione con aziende che investono nelle nuove forme di promozione e sponsorizzazione.

 

Aspetti fiscali e previdenziali

Come per qualsiasi attività lavorativa, anche per chi voglia intraprendere una carriera da influencer sorgono inevitabili quesiti di natura fiscale e previdenziale. Trattandosi di una figura relativamente nuova nel panorama professionale, non presenta una normativa ad hoc, ma segue le regole generali applicabili caso per caso.

La prima valutazione da svolgere riguarda l’apertura della partita Iva.

Quando un’attività è svolta in modo non abituale, si potrebbe optare per la prestazione occasionale, nel limite di 5.000 euro annuali. Nel caso specifico, la prestazione occasionale non rappresenta una valida alternativa all’apertura della partita Iva: l’attività digitale svolta dall’influencer è, nella maggior parte dei casi, continuativa, strutturata e organizzata.

Le caratteristiche di abitualità e professionalità escludono la possibilità di utilizzare la prestazione occasionale, a prescindere dal reddito annuo, rendendo necessaria l’apertura della partita Iva.

Ad oggi non è stato introdotto un codice Ateco specifico, ma nella prassi vengono utilizzati dei codici che possono essere ricondotti al lavoro svolto sui social network dagli influencer. In particolare, il lavoratore digitale può scegliere tra:

  • 73.11.02 – “Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari”;
  • 73.11.01 – “Ideazione di campagne pubblicitarie”;
  • 74.90.99 – “Attività professionali nca” in via residuale.

Un’ulteriore valutazione riguarda il regime fiscale da utilizzare.

Il regime forfettario è adatto ai neo-imprenditori in quanto implica una gestione contabile particolarmente semplice, non prevede l’addebito dell’IVA in fattura e il reddito viene assoggettato ad un’imposta sostitutiva agevolata.

In assenza dei requisiti per accedere al regime forfettario, le opzioni disponibili sono due:

  • regime contabile semplificato: può essere adottato dalle ditte individuali, dalle società di persone e dagli enti non commerciali che esercitano un’attività commerciale in via non prevalente, che nell’anno precedente hanno conseguito ricavi inferiori ai 500.000 euro nel caso di attività di prestazione di servizi o gli 800.000 euro nel caso di altre attività. Sua caratteristica è l’esonero dalla tenuta del libro giornale e dalla predisposizione del bilancio di esercizio e l’adozione del principio di cassa per la determinazione del reddito di esercizio;
  • regime contabile ordinario: obbligatorio, tra gli altri, per i soggetti che superano i limiti previsti per l’adozione del regime semplificato, per le società di capitale e per quelle cooperative e le mutue assicuratrici. In questo caso è prevista la determinazione del reddito di esercizio seguendo il principio di competenza, l’adozione dei libri sociali, in caso di società e l’obbligatorietà del libro giornale e del bilancio di esercizio

Dal punto di vista previdenziale, l’influencer dovrà iscriversi nella sezione Gestione Separata dell’Inps, riservata ai liberi professionisti senza una Cassa di riferimento.

 

Marketing trasparente

Il lavoro dell’influencer accende i riflettori sulle tematiche di trasparenza nei confronti dei consumatori. Il digital worker opera a stretto contatto con i propri followers, creando un rapporto diretto e colloquiale, di fiducia. Ogni influencer sa come comunicare con la propria community e deve seguire il principio generale di pubblicità trasparente, dettato dal Codice del consumo.

La pubblicità non trasparente si realizza quando il professionista nasconde la natura promozionale di un messaggio, conferendo allo stesso una veste confidenziale e neutrale, abbassando la soglia di attenzione del consumatore.

Il principio è stato ribadito anche dall’AGCM (Autorità garante della concorrenza e del mercato) che ha precisato l’obbligo di rendere chiaramente riconoscibile la finalità promozionale, ove sussistente, in relazione a tutti i contenuti diffusi mediante social media.

In definitiva, il lavoro dell’influencer presuppone una certa consapevolezza e maturità comunicativa che non può essere improvvisata, ma va impostata sin da subito per poter agire in modo autentico nei confronti degli utenti che si affidano ai consigli di questo nuovo professionista del web.

 

Fonti: